Dall’Italia agli Stati Uniti, varie città stanno piantando più alberi per contrastare le emissioni di CO2
Un albero non è solo un elemento decorativo, ma un prezioso alleato per mantenere pulita l’atmosfera. Attraverso il processo di fotosintesi, una pianta riesce a immagazzinare la Co2 rilasciata dall’atmosfera e restituire così aria pulita.
Negli ultimi anni diverse città del mondo hanno attuato piani di riforestazione urbana, con l’obiettivo di rendere più vivibile la vita dei residenti e migliorare la qualità dell’aria. Oltre alle amministrazioni cittadine, la riforestazione abbraccia anche il mondo dell’impresa e delle professioni, tanto che molti architetti hanno messo la propria firma su edifici ad alta efficienza, come Stefano Boeri che ha progettato il Bosco Verticale a Milano. Addirittura la start-up americana Cambium Carbon ha fondato la propria attività sul riutilizzo del legno morto e il rimboschimento degli spazi. Insomma, oltre a grattacieli e autostrade, gli alberi restano indispensabili per la salvaguardia del nostro futuro.
I vantaggi della riforestazione
Lo sviluppo della città ha portato a un miglioramento delle condizioni economiche e sociali, ma ha causato anche grandi problemi che tutt’oggi paghiamo. A cominciare dall’inquinamento ambientale generato dalle industrie e gli spostamenti dei veicoli. Così come il consumo di suolo derivato dall’asfalto e dal cemento, che ha causato il fenomeno dell’impermeabilizzazione dei terreni, inibendo le principali funzioni naturali come l’assorbimento dell’acqua. Che fare allora per coniugare lo sviluppo economico e la salvaguardia dell’ambiente? Oltre alle pratiche responsabili, la riforestazione rappresenta una soluzione idonea a riqualificare gli spazi urbani e ridare ossigeno agli spazi urbani, che si tratti una metropoli o di un quartiere.
Di recente il consiglio cittadino di Southwark, sobborgo nella zona di Londra, ha annunciato un piano da 10mila alberi da piantare entro il 2022 così da renderlo a emissioni zero entro il 2030. Il borgo conta attualmente circa 82.500 alberi, ma il piano sarà aumentato del 13% per contribuire a rendere Southwark carbon neutral entro il 2030. I primi alberi (circa 2.400) verranno piantati lungo autostrade, parchi e complessi residenziali, mentre il resto andrà a aumentare il verde già presente in boschi e riserve naturali. Le specie scelte saranno autoctone e non autoctone.
L’esempio di Pittsburgh
Se per Southwark la forestazione è una prerogativa che ha acquisitoi valore solo di recente, per una città come Pittsburgh invece è una vera e propria tradizione. Infatti, con una copertura arborea pari al 41% dell’intero suolo è fra le città più verdi d’America e, anche se ha perso in sei anni solo l’1% degli alberi, lo scorso febbraio ha approvato un piano di lotta al cambiamento climatico che ne prevede anche la piantumazione di nuovi. Le piante verranno collocate in diversi punti della città, anche quelli circondati da grattacieli o austrade. Al progetto parteciperanno anche diverse associazioni di volontariato e darà il proprio contributo la start-up Cambium Carbon che cura progetti pilota per la riqualificazione urbana.
Gli alberi per una piena economia circolare
Oltre a ripulire l’aria, la riforestazione rappresenta un’opportunità economica e Cambium Carbon ne è la dimostrazione. L’azienda, che ha sede a New York, si occupa di riutilizzare il legno ricavato da alberi morti per scopi industriali o artigianali e ridare vita alle foreste esistenti. Spesso gli alberi abbattuti finiscono nelle discariche, cosicché per produrre altro legno si dovrà abbattere altri alberi. Caron Cabium ha fatto del riutilizzo il proprio modello di affari, tanto che ha ideato progetti di rimboschimento in città come Denver, New York City, Eugene (Oregon). L’obiettivo di Cambium Carbon è piantare un miliardo di nuovi alberi negli Stati Uniti entro il 2030 e, se le amministrazioni avranno a cuore la vita dei propri cittadini, ciò potrà risultare possibile.
Gli alberi e la natura diventano sempre più parte integrante
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_ di Matteo Melani