Le aree verdi crescono e l’attenzione al riciclo emerge: ottimi risultati in tema di economia circolare
“Oggi c’è qualcuno seduto all’ombra perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”
questa citazione di Warren Buffett rende perfettamente l’idea della preziosità del patrimonio verde che abbiamo ricevuto in dote e che abbiamo la responsabilità di tutelare, continuando nella costruzione di una riserva globale. In questa missione l’Italia sta dimostrando impegno e attenzione, basti pensare che secondo le stime negli ultimi 30 anni sono sorti un milione di ettari tra boschi e foreste.
Valore socio-economico e importanza strategica
E proprio le foreste mediterranee sono state, e restano, sotto i riflettori: lo certifica il RaF Italia 2017-2018, il progetto realizzato dalla Direzione generale delle foreste del Mipaaft nell’ambito delle attività previste dal programma RETERURALE NAZIONALE 2014-2020 con il supporto del Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria e di Compagnia delle Foreste. “Negli ultimi anni – spiegano – le foreste d’Italia, in particolare quelle mediterranee, sono state sotto i riflettori di eventi internazionali organizzati dall’European Forest Institute, che hanno mostrato il valore socio-economico-ambientale di queste formazioni e l’importanza strategica della loro gestione. Sono state messe a confronto esperienze forestali di innovazione e di integrazione in ambito europeo e mediterraneo, dalla Spagna alla Tunisia, dall’Austria alla Grecia, dalla Romania all’Italia e non sono mancati i riconoscimenti al lavoro svolto dalle istituzioni italiane per la promozione della multifunzionalità nella gestione delle foreste locali e per spronarle a proseguire sulla strada intrapresa, in linea con la Strategia Forestale Europea”.
Tra difficoltà e contrasto agli incendi
Una delle sfide più difficili è quella del rimboschimento di aree verdi a rischio desertificazione. Per questo è stato pensato il progetto LIFE The Green Link, che “intende mostrare l’applicabilità di un metodo innovativo per il rimboschimento di aree in corso di desertificazione. Attraverso un dispositivo ad elevata efficienza idrica, di costo ridotto e biodegradabile al 100% che, sostituendosi alle più tradizionali tecniche di irrigazione, aiuta l’affermarsi di una copertura vegetale arbustiva ed arborea permanente”. Al contempo c’è un nemico da combattere per preservare queste meravigliose aree verdi, ed è l’incendio boschivo. Come spiegato dal Dipartimento della Protezione Civile “ogni anno sono decine di migliaia gli ettari di boschi brucianti, distrutti da incendi di natura dolosa o colposa, legate alla speculazione edilizia, o all’incuria e alla disattenzione dell’uomo. Le conseguenze per l’equilibrio naturale sono gravissime e i tempi per il riassetto dell’ecosistema forestale e ambientale molto lunghi. Le alterazioni delle condizioni naturali del suolo causate dagli incendi favoriscono inoltre i fenomeni di dissesto dei versanti provocando, in caso di piogge intense, lo scivolamento e l’asportazione dello strato di terreno superficiale”.
Le 3 R come ideale condiviso
Oltre all’attenzione per boschi e foreste, il nostro Bel Paese non fa mancare il primato nella green economy e in particolare nella raccolta differenziata: gli italiani, infatti, sono risultati fra i più virtuosi in Europa nell’economia circolare, dando un corretto conferimento dei rifiuti. Lo rileva l’ultima indagine condotta da Ipsos per ING su un campione di 15.146 intervistati tra Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito, Australia e Stati Uniti. ” Il 92% dei cittadini italiani intervistati – spiegano – dichiara di effettuarla con continuità, percentuale di gran lunga superiore alla media europea, pari al 76%. Di contro in Europa è ancora alto l’uso della plastica, tanto è vero che il 96% degli intervistati dichiara di aver gettato via almeno un rifiuto di plastica al giorno, mentre il 38% sale da tre a cinque”. Alle tre R dell’economica circolare, ovvero riduzione, riustilizzo e riciclo, se ne può aggiungere una quarta: rispetto per ciò, e per chi, ci circonda.
_ di Marilisa Cattaneo