Quando pensiamo alla luce subito ci viene in mente la lampadina, che ha migliorato la nostra quotidianità e dato una grande svolta in ambito medico, scientifico e artistico. Ma com’era il mondo prima?
Se parliamo di luce artificiale oggi pensiamo subito alle lampadine, nate grazie al contributo di diversi scienziati dell’800. Humphry Davy fu il padre delle lampade elettriche, Wilson Swan quello delle lampade a incandescenza. Queste ultime presentavano alcuni difetti, tra cui il consumo spropositato di energia elettrica. Furono così perfezionate da Thomas Edison, che nel 1879 riuscì a rendere la loro luminosità costante. Da quel momento, lo scienziato fu considerato il vero inventore della lampadina, ma non dobbiamo dimenticare il contributo di un altro personaggio, questa volta italiano: Alessandro Cruto accese la sua prima lampadina qualche mese dopo Edison e i filamenti di carbone contenuti all’interno erano migliori, tanto da garantire una durata maggiore di luce.
Invenzioni e perfezionamenti di questo tipo ci garantiscono ancora oggi un’ottima qualità di vita, e hanno contribuito allo sviluppo scientifico, medico e artistico.
Ma com’era la vita prima che bastasse un interruttore per avere la luce nelle proprie case?
Dal fuoco alla Lampada Argand
Cosa c’era prima della luce elettrica? A volte diamo per scontate tutte le comodità di cui godono i Paesi più agiati del mondo moderno, ma è giusto ricordare la storia dell’umanità e come si sono evolute le nostre scoperte. Una delle prime, tra le più importanti, è certamente quella del fuoco. Non solo portatore di luce, ma anche mezzo per cuocere i cibi e allontanare le bestie feroci. E per diversi secoli, rimase proprio il fuoco la fonte principale di illuminazione, anche grazie all’invenzione di lampade a olio e candele.
L’esigenza di un sistema che potesse aumentare ulteriormente la luminosità fu soddisfatta nel 1783, quando Aimé Argand inventò la lampada omonima, composta da una struttura in vetro che stabilizzava la fiamma e ne allungava il tempo di vita. Questi metodi di illuminazione erano validi, ma comunque pericolosi, poiché si entrava a contatto con olio bollente e il rischio di incendio non era poi così remoto.
Prima della luce elettrica: l’illuminazione a gas
Dopo le lampade a olio, ma ancora prima della luce elettrica, si diffuse l’illuminazione a gas. Il processo era possibile grazie alla distillazione del carbone, da cui si ricavava un gas combustibile ricco di idrogeno e metano, che una volta bruciato poteva produrre una fiamma luminosa. Padre di questa scoperta fu William Murdock a fine Settecento, seguito poi da Friedrich Winzer e Philippe LeBon. In seguito alla nascita di lampade e lampioni a gas, le città cominciarono a illuminarsi. Londra nel 1814, seguita poi da Berlino, Parigi, Vienna. Ma anche le città italiane furono presto investite dalla novità dell’illuminazione pubblica. A Napoli, in quegli anni, divenne indispensabile “o’ Lampiunaro”, figura incaricata di accendere e spegnere i lampioni a gas nelle strade della città.
La luce come privilegio
Prima della luce elettrica: quest’espressione potrebbe indurci a pensare che al giorno d’oggi, nel Mondo, ogni casa, ogni negozio, ogni ufficio sia dotato dienergia e dispositivi di illuminazione all’avanguardia. Purtroppo, non è così. Sono ancora tanti i Paesi, soprattutto nel continente africano, in cui la fornitura elettrica non raggiunge la totalità della popolazione. Sono molte le iniziative che hanno l’obiettivo di portare luce laddove luce non c’è, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici. Non solo, dunque, uno sguardo al passato e alla rivoluzione elettrica, ma anche al futuro: la luce è simbolo di crescita einnovazione, e dovrebbe essere un diritto di tutti.
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_Martina Marotta