Il geniale artista danese, figura centrale della landscape art, è pronto a realizzare un’opera permanente sulle coste della Cumbria inglese
L’uomo e la natura, l’ossessione per la loro coesistenza e il mutare della loro relazione a seconda degli eventi che l’una o l’altra evocano, provocano o dal nulla creano. Olaf Eliasson, artista poliedrico e sensibile alle tematiche ambientali, nelle sue opere accompagna il visitatore a muoversi attivamente nell’aura delle sue creazioni. Nella sua prossima installazione in arrivo quest’estate all’interno della rassegna Deep time: Commissions for the Lake District Coast, la landscape art dell’artista ravviverà le coste della Cumbria inglese, territorio selvaggio e colmo di fascino letterario.
Fonte foto di apertura: Olafur Eliasson – Your daylight destination
L’acqua di mare e la luce: Your daylight destination
Non è semplice spiegare a parole un progetto di Olafur Eliasson, la sua poetica si trova nell’intersezione tra elementi filosofici e ambientalisti e questo caso non fa eccezione. Nella nuova opera denominata Your daylight destination l’artista si fa accompagnare dall’estro dello scrittore inglese Robert MacFarlane per definire al meglio l’idea e per farsi dettare le coordinate della cultura locale di cui l’opera si ciba.
L’elemento portante del progetto a cielo aperto di Eliasson è l’acqua. Trovato lo spazio ideale nelle spiagge di Silecroft, l’opera prevede un’installazione verticale composta da anelli concentrici alti fino a trenta metri, ispirati alla tecnica d’arte rupestre “cup and ring” e che farà da punto di osservazione per la piscina in acciaio che si comporterà da specchio di luce nel flusso delle alte maree che due volte al giorno la sommergeranno, per poi riemergere trattenendo l’acqua con sé. In un gioco di attesa, di luci, di emersioni e riemersioni, di visibile e invisibile, il paesaggio muta continuamente. Solo dal punto di osservazione circolare si visiona l’opera correttamente: per comprenderne il trucco prospettico è la cornice ideale. Lo stesso Eliasson definisce l’opera così: “una serie di anelli montati a diverse angolazioni su supporti, una piattaforma circolare e un grande bacino ellittico in acciaio”, cercando di rappresentare razionalmente una realtà che diventa mutevole ed esibita, non più nascosta come prima. Ma non manca di far ricorso al suo lato artistico per completare la descrizione: “l’ambiguità visiva dell’ellisse è un tema che mi affascina da tempo e che ho già esplorato in numerose opere nel corso degli anni, a diverse scale e con vari media”.
L’opera di Olafur Eliasson è solo una di sei opere commissionate a diversi artisti per contribuire al progetto Deep Time. La riscoperta del territorio costiero di Lake District, paesaggio culturale patrimonio dell’Unesco, contribuirà alla valorizzazione turistica di un posto sperduto, colmo di paesaggi incantevoli e habitat faunistici che meritano la stessa attenzione che artisti e scrittori hanno sempre mostrato nel corso dei secoli verso il distretto di Copeland e tutta la zona circostante.
Chi è Olafur Eliasson
Classe 1967, l’artista danese di origini islandesi è un visionario che esprime il suo talento in molteplici progetti che coniugano stile e concetto in maniera del tutto originale. Mai confinata in una sola arte la sua poetica può essere esposta in gallerie e musei oppure espressa nel territorio, come nel caso dei suoi progetti di landscape art.
Il suo studio di Berlino è una factory di wharoliana memoria composta da una settantina di creativi che uniscono le loro competenze in favore delle opere che da trent’anni lo vedono come capostipite di un certo tipo di arte contemporanea critica, sensibile ai temi ambientali e che prevede sempre la partecipazione attiva del visitatore. Il cambiamento climatico è una tematica apparentemente sottaciuta ma sempre presente.
“Green river” e “The weather project” sono due delle sue opere più famose. La prima fu una provocazione: 6 fiumi vennero colorati di verde con un prodotto innocuo utilizzato per il monitoraggio delle correnti oceaniche. Lo scopo era quello di rendere più esplicito il rapporto in deterioramento tra uomo e natura. La seconda fu una simulazione di un tramonto immenso, con un sole dominante permeato da una nebbia leggera. Esposta al Tate Modern di Londra l’opera prevedeva un coinvolgimento totale del visitatore invitato alla riflessione: che rapporto hai col sole?
Sperimentazione, consapevolezza, critica ambientale e spazio sono le parole chiave della sua storia artistica. Temi che ha trattato ampiamente anche nell’ultima comparsata italiana al Palazzo Strozzi di Firenze col progetto mostra “Nel tuo tempo” a lui stesso dedicato. Ora non ci resta che ammirare Your daylight destination.
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_Damiano Cancedda