Stando ai più recenti studi dietro i lanci ci sarebbero molestie, frustrazione e … molta intelligenza
Un nuovo studio, pubblicato sul server di prestampa bioRxiv, rivela che le femmine di polpo presenti nelle acque calde dell’Australia orientale e della Nuova Zelanda lanciano oggetti ai polpi che le hanno molestate. L’ennesima conferma che tra esseri umani ed esseri animali, soprattutto quando esposti a situazioni di forte stress o pericolo, le differenze possono essere davvero poche.
Lanci in aria
Conchiglie, alghe, limo, le femmine di polpo lanciano addosso ai maschi che cercano di molestarle qualunque cosa capiti loro a tiro, proprio come si vede fare nei film con i famosi “piatti”. Una pratica, quella del lancio in aria di oggetti, piuttosto rara negli animali, osservata solo in alcune specie scimpanzé, manguste, elefanti e uccelli, ma nessuno di questi animali lancia oggetti direttamente ai loro conspecifici. Gli unici, oltre alle femmine di polpo, e in rari casi anche ai maschi di polpo, sono gli scimpanzé.
Avances non gradite
Sulla base del materiale videoregistrato nell’arco di due anni, tra il 2015 e il 2016, i ricercatori hanno osservato che il lancio di “oggetti” marini diretto ad altri polpi è diverso dal lancio finalizzato a costruirsi o pulire la propria tana.
Nel primo caso, è emerso che i lanci avvengono nel mezzo di interazioni sociali o dopo tentativi di accoppiamento particolarmente aggressivi da parte del polpo maschio, il quale – qui un’altra “somiglianza” – sembra capire di essere bersaglio, a riprova che il lancio potrebbe essere sollecitato e in qualche modo atteso.
Frustrazione
Se alla base di certi lanci ci sarebbe dunque l’intenzionalità di colpire il proprio simile, gli studiosi del team di ricerca non escludono che a muovere certe azioni ci sia alla base un’elevata eccitazione, un’eccessiva “frustrazione” o un accumulo di stress ambientale. Le indagini, in tal senso, sono ancora tutte in divenire, perché necessitano di un approfondimento della Octopus tetricus, questo il nome esatto del cosiddetto “polpo di Sidney”, sul piano neurologico. Impresa, tutt’altro che semplice vista la loro grande intelligenza.
Intelligenza
Oltre due terzi dei neuroni dei polpi si trovano infatti negli otto tentacoli e nonostante sia improbabile che le singole “braccia” abbiano una coscienza propria, gli arti del cefalopode potrebbero essere collegati tra loro e all’organo cerebrale più di quanto si sia finora creduto. Questo almeno dice un altro studio pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli esperti dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University (OIST).
Piante e animali ci riservano tantissime sorprese!
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_ di Stela Xhunga