Un nuovo studio conferma che le aziende green hanno nei loro CdA più donne ed esperti in materia ambientale
La gender diversity in azienda crea valore, e non solo in termini di redditività. Secondo un recente studio pubblicato da Egon Zehnder in collaborazione con l’Università di Göttingen, in Germania, le aziende che adottano pratiche più sostenibili a livello sociale e ambientale sono quelle che includono nei loro consigli di amministrazione donne ed esperti in materia ambientale.
C’è un legame tra composizione dei CdA e sostenibilità aziendale
Dallo studio emerge che sesso, età, durata del mandato dei membri del consiglio di amministrazione, nonché l’esperienza in materia di sostenibilità, hanno tutti un impatto sulla sostenibilità aziendale, comunemente denominato anche “performance ES”. Questa è stata la conclusione raggiunta dagli scienziati dell’Università di Göttingen sulla base dei dati di 534 società europee quotate.
“La sostenibilità aziendale dovrebbe essere una salda costante all’interno dei consigli di amministrazione”, ha affermato Carsten Wundrack, capo della pratica industriale tedesca di Egon Zehnder. Dai dati risulta che alcune performance aziendali sono correlate ad aspetti chiave della diversità. I ricercatori sottolineano il legame statisticamente significativo tra la composizione del consiglio di amministrazione e lo sviluppo della sostenibilità aziendale e della cosiddetta “performance ES”.
Con più donne nel CdA performance superiori alla media
Le aziende con la più alta percentuale di donne nel board hanno una performance ES superiore di sei punti percentuali alla media all’interno del campione preso in considerazione. Lo stesso vale per età e mandato: i consigli con i membri più giovani e mandato più breve ottengono risultati migliori di oltre sette punti percentuali ciascuno. Emerge, inoltre, che l’esistenza di un comitato di sostenibilità con relative competenze ha un impatto significativo di oltre 13 punti percentuali sulla sostenibilità aziendale delle società analizzate.
In merito a questi dati, sono state avanzate anche ulteriori ipotesi. Ad esempio, si presume che aziende con CdA più giovani e diversificati saranno meglio attrezzate per affrontare il futuro e che potrebbe essere lo stesso mercato di capitali a mostrare una preferenza per tali società. La continua crescita d’interesse verso comportamenti sostenibili porta alle aziende con risultati migliori in termini di sostenibilità benefici tanto in termini economici quanto d’immagine, traducendosi in una maggiore fidelizzazione dei clienti e a un miglioramento della reputazione.
La sostenibilità in azienda
I consigli di amministrazione dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla sostenibilità come tema strategico, consentendo così alle aziende di soddisfare in modo ancora più efficace le esigenze di protezione ambientale e responsabilità sociale. “Sostenibilità aziendale” significa adottare alcune green practices, ovvero una serie di strumenti e assetti organizzativo/gestionali volti a ridurre l’impatto dell’attività dell’impresa sull’ecosistema. Tra queste la produzione di energia da fonti alternative, il recupero di scarti e prodotti (la cosiddetta circular economy), l’ottimizzazione della logistica e dei processi produttivi.
Donne nei CdA: in Italia c’è ancora molta strada da fare
Secondo il report Gender Diversity Index 2020 l’Italia si posiziona in sesta posizione all’interno della classifica dei paesi analizzati registrando un indice Gender Diversity di 0.60, leggermente superiore alla media europea, davanti a Olanda, Belgio e Irlanda. I dati raccolti indicano infatti che l’Italia ha una buona presenza di donne nei Consigli di Amministrazione. Dati confermati anche dall’ultimo Rapporto Consob sull’evoluzione della corporate governance in Italia, che evidenzia come la presenza femminile nei Cda dei gruppi presenti in Borsa si avvicini al 40%, anche se le quota di donne nel ruolo di amministratore delegato continua a scendere: era poco più del 3% del totale nel 2013, è meno del 2% alla fine dell’anno scorso.
Per quanto questi dati mostrino una situazione in miglioramento, non è ancora tempo di festeggiare: nelle posizioni apicali sussiste ancora troppa diffidenza nei confronti del genere femminile. Inoltre, spicca una nuova insidia, il cosiddetto pink washing, ovvero l’atteggiamento formalmente solidale da parte di istituzioni e imprese nei confronti delle donne e dei temi di cui si fanno portavoce, in particolare l’emancipazione femminile, per apparire corretti nelle politiche di genere. Così, troppe volte, le posizioni destinate alle donne sono quasi sempre ininfluenti per le decisioni. In questo modo la rappresentanza è salva ma le decisioni e il budget restano saldamente in mani maschili.
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_ di Hillary di Lernia