Riuscite a immaginate il silenzio di un villaggio medievale? Oggi non ci facciamo caso ma siamo prigionieri del rumore
In occasione dell’European Mobility Week, evento dedicato alla mobilità sostenibile, Amplifon, nota azienda produttrice di apparecchi acustici, in collaborazione con Aiesec, associazione giovanile internazionale, ha creato il progetto “ Noise Escape Challenge” per stilare una classifica delle città italiane più rumorose, ma anche per scoprire le “oasi acustiche” nelle città. Dall’indagine emerge che viviamo in città troppo rumorose, in cui i decibel sono parecchio oltre i 55 dB (media giornaliera) raccomandati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente. Anche l’OMS lancia l’allarme: sono soprattutto i giovani tra i 12 e i 35 anni ad essere eccessivamente esposti al rumore e il loro udito è in pericolo.
All’inquinamento acustico ci si abitua?
Siamo così immersi nel rumore da esserci assuefatti? Secondo gli studi dell’OMS le popolazioni “esposte al rumore” sono quelle costrette a subire rumori oltre i 65 dB durante il giorno. In un ambiente domestico si toccano i 50 dB, oltre questa soglia è difficile dormire. E’ provato che i rumori del traffico, delle attività industriali e commerciali hanno un effetto nocivo sulla salute e sulla qualità della vita delle persone e sono causa di stress, insonnia, ipertensione. Sul podio dei rumori più dannosi ci sono le moto e i motori, poi la musica ad alto volume mentre agricoltori e lavoratori edili sono le categorie più esposte a rumori assordanti e infatti viene loro raccomandato di usare otoprotettori.
I rumori in un villaggio medievale
Durante il lockdown abbiamo sperimentato qualcosa di molto insolito: l’inquinamento acustico si è ridotto quasi a zero e ci siamo accorti del canto degli uccellini e del fruscio degli alberi. Il silenzio è stata forse una delle poche cose che abbiamo apprezzato di quel momento drammatico. Ma in tempi lontani quali erano i rumori che riempivano i villaggi? Riusciamo a immaginarli? Per esempio, quali erano i rumori tipici nel Medioevo?
Qui ci vengono in aiuto gli studiosi e i loro libri. “Storia di un giorno in una città medievale” di A. e C. Frugoni (ed. Laterza) descrive bene la giornata tipica di un villaggio medioevale. La vita nel Medioevo era scandita dal suono delle campane che regolavano ogni momento della giornata. Quello delle campane era un vero e proprio linguaggio: avvisavano quando il villaggio era in pericolo per l’arrivo di nemici o perché era scoppiato un incendio. Dopo i 3 rintocchi serali, al calare della notte, ovunque era silenzio, le strade erano buie e deserte e nessuno osava uscire. Quando i rintocchi erano lugubri tutto il paese era invitato a pregare per un moribondo. Ma la tipica giornata medioevale era tutt’altro che silenziosa: nell’aria risuonavano le voci che provenivano dai mercati e dalle botteghe e le strade erano popolate di oche starnazzanti, galline che razzolavano e poi asini, cavalli e maiali. Le notizie circolavano attraverso il passaparola, ma quando erano importanti arrivava l’araldo che, ad alta voce, leggeva i comunicati ufficiali. Dopo il tramonto, però, scendeva il silenzio. Oggi invece non ci sono grandi differenze tra giorno e notte: i rumori ci accompagnano durante tutto l’arco della giornata e, spesso, anche oltre e a subirli sono soprattutto gli abitanti delle città.
Le “pecore nere” più rumorose d’Italia
Quali sono dunque le città più rumorose, secondo la ricerca promossa da Amplifon? Dal suo lancio nel gennaio 2020, il noise tracker della APP “Listen Responsibly” di Amplifon ha totalizzato più di 8.600 rilevazioni, grazie alle quali si sono individuate le città con il maggior inquinamento acustico. Al primo posto Milano (65,31 dB), seguita da Lecce (65,24 dB) e da Verona ( 61 dB) mentre la meno rumorosa risulta, a sorpresa, Torino (48.92 dB), probabilmente grazie alla presenza in città del Parco del Valentino, dove si rilevano 35dB di media che fanno del parco uno dei posti più silenziosi d’Italia. Città silenziose sono anche Cremona (51.57 dB) e Venezia (53.69 dB).
Se questo argomento vi interessa e volete diventare anche voi ambasciatori dell’ascolto responsabile scaricate l’APP “ Listen Responsibly” e utilizzate il suo noise tracker per misurare l’ inquinamento acustico e contribuire a creare una mappa dell’“ecologia acustica” della città in cui vivete!
Ti interessano i temi ambientali?
Il nostro blog è il posto giusto!
_Mirella Protti