Anche in Italia prende piede l’idea di dislocare i luoghi di interesse più vicini alle persone, in nome della micro mobilità salva-tempo
Se ti domandassero quale sia la caratteristica della tua città ideale… cosa risponderesti? Più verde? Più ricca di attrazioni? Con più servizi? Per tanti, molti, quella ideale è la Città dei 15 minuti, dove si impiega massimo un quarto d’ora del proprio tempo per raggiungere, a piedi o in bicicletta, il luogo di lavoro, i bar, il supermercato, il teatro, l’ospedale e tutto ciò che può servire nella propria vita. L’idea non è di certo nuova: venne proposta per la prima volta nel 1923 in un concorso nazionale di architettura di Chicago per costruire nuovi quartieri residenziali compatti. Il tema è tornato alla ribalta anche con le amministrative parigine: a giugno 2020, in piena pandemia, il sindaco uscente e poi riconfermato Anne Hidalgo ha portato all’attenzione dei cittadini la visione di Città dei 15 minuti promulgata da Carlos Moreno, docente di urbanistica presso l’Institut d’administration des entreprises dell’Università La Sorbona di Parigi.
Le cose più vicine alle persone
La Città dei 15 minuti, secondo Moreno, è una concezione diversa dell’idea di prossimità all’interno delle città e orientata allo sviluppo sostenibile. Il compito di urbanisti e architetti, al giorno d’oggi, non è più fare in modo che le persone possano raggiungere i luoghi di interesse in poco tempo, a bordo di auto, metro o treno, ma dislocare questi stessi luoghi di interesse più vicini alle persone in modo che queste possano recarsi a piedi o in bici. Il beneficio, naturalmente, sta nel permettere ai cittadini di muoversi di meno e solo con le proprie gambe, abbattendo di fatto anche le emissioni di gas nocivi per noi e per il nostro pianeta. La Francia, in fondo, ha sempre prediletto la vita delle piccole comunità e dei negozi di vicinato, allontanando quanto più possibile l’avvento dei grossi centri commerciali delle periferie, un impegno preso per preservare la vitalità dei quartieri e la vita dei propri commercianti.
Le città basate sulle sei funzioni sociali
“Vivere diversamente significa soprattutto cambiare il nostro rapporto con il tempo, essenzialmente tempo relativo alla mobilità che ha fortemente degradato la qualità della vita – spiega lo stesso Moreno sul suo sito web – È tempo di passare dalla pianificazione della città alla pianificazione della vita urbana e trasformare lo spazio cittadino attraverso le sei funzioni sociali essenziali: vivere, lavorare, rifornirsi, prendersi cura di sé, imparare e divertirsi”.
In Europa c’è già qualcuno che su questo versante primeggia: sono i Paesi Bassi. Attraverso una progettazione efficace del territorio e del suo tessuto economico e commerciale, in Olanda oltre l’80% degli insediamenti urbani rientrano a pieno titolo nella Città dei 15 minuti. E in Italia? A che punto siamo?
Import in Italia?
Come i cugini francesi, recentemente anche i personaggi politici italiani hanno iniziato a pensare all’importazione della Città dei 15 minuti.
A Milano, infatti, sta prendendo piede la visione di quartieri residenziali, anche lontani dal centro storico, caratterizzati da un’integrazione di servizi e proposte. L’operazione di riqualificazione milanese, in nome della micro mobilità salva-tempo, non sarebbe comunque un’impresa facile, visto che servirebbe un restyling completo della metropoli. A Roma, invece, la proposta è stata avanzata dal candidato Roberto Gualtieri durante la campagna elettorale per la fascia tricolore della Capitale: ora, visto l’esito delle amministrative, speriamo che la Città dei 15 minuti, anche in Italia, non sia solo un sogno ma presto realtà.
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sempre più sostenibili e rispettose del Pianeta
_Marilisa Cattaneo