L’AI consuma tanta, tanta energia. La sostenibilità ambientale del progresso tecnologico è infatti al centro del dibattito. Quali possibili scenari futuri?
Com’è noto, l’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il mondo. Dalla programmazione informatica alla sanità, dalla logistica all’automazione industriale, dai trasporti all’intrattenimento, sono innumerevoli i settori stravolti da questa nuova tecnologia.
Nonostante ciò, l’AI ha da tempo attirato su di sé critiche e perplessità. Se in un primo momento queste riguardavano soprattutto gli effetti dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, oggi in molti ragionano anche sull’impatto ambientale di queste tecnologie. Ogni processo riguardante l’AI, infatti, dall’addestramento dei modelli all’implementazione, richiede considerevoli risorse energetiche, che hanno un impatto ambientale significativo.
Gli studi sui consumi energetici dell’intelligenza artificiale
Entrando nel merito della questione, i consumi energetici dell’AI sono un tema di crescente interesse tra ricercatori e esperti di sostenibilità. Questo perché l’intelligenza artificiale è una tecnologia estremamente energivora. Ne avevamo già parlato in un articolo che raccontava come il fondatore di ChatGPT, Sam Altman, avesse lanciato l’allarme, sottolineando la necessità di alimentare l’intelligenza artificiale con fonti di energia rinnovabile per renderla ambientalmente sostenibile. Anche nel nostro podcast Alto Voltaggio più volte abbiamo affrontato questi aspetti.
Secondo alcune ricerche condotte negli ultimi anni, l’addestramento di un singolo modello può produrre fino a 284 tonnellate di CO2. Numeri elevatissimi e particolarmente allarmanti. Oltre ai consumi energetici relativi alla fase di addestramento, inoltre, bisogna considerare anche quelli legati all’utilizzo di tali tecnologie.
Stando alle proiezioni di alcuni centri di ricerca, l’AI, potrebbe arrivare a rappresentare, nel giro di pochi anni, circa il 3% della domanda energetica globale. Ovviamente, inutile dirlo, questi numeri sono destinati a crescere esponenzialmente nei prossimi anni, visto il sempre più largo impiego di tecnologie generative. Ecco perché sarà sempre più importante vincolare l’AI a fonti di energia green, che dovrebbero a loro volta triplicare entro il 2030 per poter raggiungere la transizione energetica richiesta dalle istituzioni internazionali.
Le prospettive di crescita dell’intelligenza artificiale
Come accennavamo, l’impiego dell’intelligenza artificiale è destinato a crescere nel prossimo futuro (e con esso, cresceranno i consumi energetici da essa prodotti). Stando a un rapporto del 2021, l’AI potrebbe dare vita fino a un giro d’affari da 15,7 trilioni di dollari entro il 2030.
Ovviamente la ricerca e il continuo sviluppo tecnologico potrebbero influire positivamente sul costo ambientale dell’intelligenza artificiale. Insomma, ci sono importanti margini di miglioramento. Già oggi, per esempio, si stanno esplorando modelli più piccoli e meno complessi, che garantiscono prestazioni elevate riducendo il consumo di risorse. Che l’IA rappresenti un pezzo del nostro futuro collettivo è già un dato di fatto, ora è importante lavorare perché questa possa diventare sempre più sostenibile.
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_Matteo Donisi