Si può acquistare ramen, vestiti, persino biglietti aerei. Più sicuri dei negozi nella pandemia, ora diventano luoghi per socializzare
Una delle cose che più colpisce appena atterrati in Giappone è la quantità spropositata di distributori automatici. Si possono trovare davvero ad ogni angolo di strada, anche nei paesini più piccoli e nei luoghi più sperduti. I jidōhanbaiki – distributori automatici giapponesi – sono diventati parte integrante dell’ambiente e della realtà sociale nipponica. Secondo la Japan Vending System Manufacturers Association, nel 2000 si è raggiunto il numero record di 5,6 milioni, ovvero uno ogni 23 persone. L’anno scorso era sceso a poco più di 4 milioni, ma il Paese ha ancora il maggior numero di distributori automatici pro capite al mondo.
Dagli ombrelli alle polizze assicurative
La popolarità dei distributori automatici in Giappone rispetto ad altri paesi è in gran parte dovuta ai bassi tassi di microcriminalità e vandalismo e molti di questi hanno telecamere installate e un filo diretto con la polizia. Le macchine sono diventate un mezzo comodo e conveniente per acquistare quasi tutto, da zuppe e piatti tradizionali a bibite, composizioni floreali, scatole misteriose, anime e manga, mutande e t-shirt, uova di giornata, cravatte, polizze assicurative per turisti o ombrelli. Qualche mese fa la compagnia aerea giapponese low cost Peach ha installato in alcuni quartieri di Osaka dei distributori automatici per vendere alcuni voli con destinazione a sorpresa. Un altro motivo per l’enorme diffusione di queste macchine risiede nell’alto costo del lavoro. A partire dal secondo dopoguerra l’invecchiamento della popolazione unito a un basso tasso di natalità ha contribuito a rendere la forza lavoro sia scarsa che costosa. Anche le monete, che vanno da 1 円 a 500 円, sono una costante nei portafogli dei giapponesi che se ne liberano volentieri acquistando qualcosa al distributore. Inoltre, la cultura del Sol Levante è fortemente attratta dal mondo dell’automazione e della robotica.
Distributori, Covid e sicurezza
Tra un caffè, un volo e uno spaghetto take-away, con la comparsa della pandemia da coronavirus le vending machine si sono adeguate anche con mascherine e tamponi molecolari. “I distributori automatici che vendono i tamponi offrono ai consumatori la possibilità di evitare ospedali affollati o di dover aspettare il proprio appuntamento” ha detto Hideki Takemura, il direttore di una clinica nipponica che ha installato sette di queste macchine nell’area metropolitana di Tokyo. Il singolo test costa 4.500 yen, circa 56 dollari e il campione viene poi spedito al laboratorio analisi per avere l’esito. Durante l’emergenza Covid-19, i distributori automatici si sono rivelati molto utili per acquistare cibo e altri articoli quotidiani senza esporsi alle infezioni nei negozi, aiutando allo stesso tempo le aziende di servizi di ristorazione a compensare le vendite perse nei loro punti vendita.
Maruyama Seimen, produttore di noodles per negozi di ramen, vende prodotti di famosi ristoranti del Paese in distributori automatici installati presso la sua sede centrale a Tokyo. Quando è scoppiata la pandemia, le vendite tradizionali sono crollate di quasi il 20% e Maruyama ha installato distributori automatici nel “tentativo disperato” di tamponare l’eccessivo ribasso. Ora Maruyama Seimen vende i suoi noodles e gnocchi surgelati tramite distributori automatici in 30 località e prevede di espanderli a 100 entro aprile 2023. Secondo il quotidiano Business Nikkei, al culmine della pandemia, in Giappone le macchine venivano svuotate di oltre 10.000 confezioni al mese.
Riscoprire le relazioni
Anche se i distributori automatici si sono rivelati utili durante il distanziamento imposto dalla pandemia, ora possono contribuire a ricreare quelle relazioni sociali disperse per via della stessa situazione emergenziale. I jidōhanbaiki non sono delle semplici macchine per il paese nipponico, ma un simbolo. Ci sono zone dove i neon dei distributori sono l’unica fonte di luminosità durante le ore più buie.
Chiacchierare durante la fila, incontrarsi davanti al distributore giallo limone o passare la pausa pranzo all’aperto con un ramen appena “sfornato” sono diventati comportamenti usuali tra la popolazione giapponese, che riscopre il valore del proprio territorio e delle relazioni tra locali.
Si dice spesso che la tecnologia e l’innovazione allontano le persone. Questa piccola sfaccettatura, forse, potrebbe far cambiare un po’ le idee.
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_Hillary di Lernia