Conservazione e restaurazione: musei e imprese private adottano soluzioni sempre più eco-friendly
Attraverso metodi rispettosi dell’ambiente anche le opere d’arte possono essere presentate al meglio. Negli ultimi anni musei e luoghi storico-artistici di tutto il mondo hanno adottato sistemi di alimentazione che sfruttano le energie rinnovabili per proteggere i propri tesori.
Il Museo di Storia Naturale a Londra si affida a fonti pulite per ottenere l’energia elettrica di cui ha bisogno e per la climatizzazione dei locali. Vista l’efficacia e il risparmio di anidride carbonica (più di 15 mila tonnellate l’anno rispetto ai sistemi tradizionali) l’amministrazione ha deciso di convertire alle fonti alternative anche il Museo ornitologico di Tring. Approfittando del lockdown dello scorso anno è stata avviata l’installazione di 318 pannelli solari che permetteranno di soddisfare l’intero fabbisogno energetico.
Ma se parliamo di bellezza l’Italia resta incontrastata e, girando lo stivale in lungo e in largo, è possibile apprezzare anche l’impegno delle strutture pubbliche e private nella sostenibilità. Due esempi: la Cappella degli Scrovegni, ha dotato di luci a Led la volta stellata che ospita gli affreschi di Giotto; il Complesso Monumentale Francescano di Assisi con il progetto Fra’Sole ha fatto dell’economia circolare un punto di forza. Anche i tesori più preziosi trovano nell’innovazione la propria dimensione più nobile.
I Led nel cielo della Cappella degli Scrovegni
Per chi si reca a Padova la Cappella degli Scrovegni è una tappa quasi obbligatoria. Lì infatti si trovano i dipinti che Giotto ha realizzato tra tra il 1303 e il 1305 e che raffigurano le storie della Vergine e di Cristo e il Giudizio Universale. Per valorizzare un patrimonio artistico di caratura mondiale la Commissione Scientifica Interdisciplinare per la Conservazione e Gestione della Cappella ha incaricato l’azienda iGuzzini di installare delle sofisticate luci a Led lungo gli spazi affrescati. Oltre a consentire un risparmio economico, l’intero impianto è controllabile da remoto in ogni sua gradazione, così da offrire al visitatore la giusta sensibilità visiva. Con le luci accese i colori del cielo e delle scene appaiono vivi ma sempre puri e ogni riflesso dei raggi UV è nullo.
Il valore educativo delle buone pratiche
Visto il prestigio di cui godono, diversi siti culturali hanno adottato misure per sensibilizzare il proprio pubblico anche su temi come l’economia circolare. Da anni all’interno dell’edificio del Museo di Storia Naturale di Londra sono presenti delle strutture per il riciclo di carta, rottami elettrici e metallo: anche chi non è un visitatore abituale potrà buttare i rifiuti nell’apposito contenitore. Anche i bar sono dotati di cestini per la raccolta differenziata e il caffè che i baristi servono è certificato Rainforest Alliance, cioè fabbricato nel rispetto dell’ambiente, dei diritti del lavoro e della comunità locale.
Ma nei processi di riconversione, anche le istituzioni e le imprese private possono avere un ruolo di primo piano. Come nel caso di Fra Sole, iniziativa lanciata dal custode del Sacro convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, per la salvaguardia del Pianeta e la valorizzazione del territorio umbro. Fra le azioni in cantiere c’è la raccolta dell’acqua piovana, la cura del Bosco di Assisi e la realizzazione del kit del pellegrino per agenzie che organizzano viaggi religiosi (borracce in alluminio e borsa per il trasporto degli avanzi).
Oltre a mostrare il carisma e l’intelletto degli uomini nella storia, i luoghi dell’arte stanno dunque diventando canali perfetti per comunicare le buone pratiche.
Verso una bellezza sempre più sostenibile
Nel 2013 l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, ha messo a punto un sistema di biorestauro completamente innovativo in grado di rimuovere i depositi più ostici, come le colle e le resine, da affreschi e dipinti senza intaccare minimamente i componenti originari. Guidati da Anna Rosa Sprocati, responsabile del progetto, i ricercatori del laboratorio di biologia hanno selezionato alcuni batteri (provenienti da miniere situate in Italia e in Polonia e da tombe etrusche) e ne hanno sperimentato l’azione su superfici murali dipinte rilevando strati pittorici sottostanti e interventi di restauro passati.
Dopo aver ottenuto il riconoscimento del brevetto, questa tecnologia Made in Italy è sul mercato e già usata in diverse opere di restauro, come dell’affresco Testa di donna nel Museo di Palazzo Venezia a Roma e nella loggia della porta di Casa Farnese, con risultati efficienti. Oggi entrambe le opere risplendono nella loro bellezza, conquistando i cuori dei tanti turisti italiani e stranieri. L’invenzione di Enea è sicura anche per gli operatori, dato che non contiene prodotti tossici.
L’arte e la cultura si fondono con la sostenibilità:
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_ di Matteo Melani