Chi l’ha detto che le tendenze non si possano spruzzare? La tecnologia è cruciale anche per l’evoluzione della moda
Settimana della Moda, Parigi, sul palco sfila la bellissima Bella Hadid, modella olandese classe 1996, figlia di Yolanda e sorella di Gigi, anche loro modelle. Ad un certo punto, nel bel mezzo della passerella sale sul palco un personaggio dotato di pistola ad aria compressa contenente un materiale che, spruzzato verso il corpo della modella, aderisce magicamente sulla pelle lasciando di stucco gli spettatori: ora Bella Hadid ha un abito bianco con una morbida scollatura. Poco prima non lo aveva. Il materiale si chiama Fabrican ed ora vi spiegheremo cos’è.
Fabrican, il tessuto del futuro?
Sveliamo subito l’arcano: il personaggio salito sul palco della Paris Fashion Week con la pistola spray è Manel Torres, fondatore di Fabrican.Ltd e inventore del tessuto spray. In un solo colpo ha attirato a sé l’attenzione di designer e aziende di tutto il mondo. L’azienda nasce nel 2003 e si presenta a tutto il mondo, in verità, già nel 2010 alla London Fashion Week. L’esposizione mediatica però sale vertiginosamente a Parigi, grazie alla rappresentazione visiva sviluppata sul palco e davanti al mondo intero.
Ma quindi cos’è precisamente il Fabrican? Si tratta di una fibra liquida che a contatto con l’aria si trasforma in tessuto per depositarsi sulla pelle con leggerezza o su altre superfici, compresa l’acqua. Il liquido, sterile, deve essere necessariamente spruzzato tramite una bomboletta spray o aerosol per favorire la polimerizzazione.
Non è dannoso per l’ozono e le sue applicazioni possono essere molteplici e non si fermano di certo al settore della moda, anzi. Case automobilistiche, aziende del settore sanitario ,dell’igiene e dell’ambiente utilizzano già il Fabrican per offrire soluzioni sempre più innovative ai consumatori.
Tessuti innovativi… e non solo!
I tessuti intelligenti come il Fabrican non sono solo un derivato di strategie di marketing ma il risultato di analisi e ricerche proiettate verso il futuro con lo scopo di fornire soluzioni alle sfide più importanti del secolo: salute, cambiamento climatico, sicurezza. Il Fabrican è solo la punta dell’iceberg di un comparto che ormai è entrato stabilmente in un’ottica evolutiva che sorpassa la mera funzione estetica. I tessuti che contengono soluzioni elettroniche in grado di fornire informazioni sulla salute di una persona sono già tantissimi.
L’aerogel per esempio è una sostanza ultraleggera che viene utilizzata per creare indumenti iper-resistenti alle condizioni climatiche estreme. In maniera più frivola potremmo citare anche indumenti che si illuminano o che assorbono l’energia solare.
Una delle più aggiornate invenzioni, la Hug Shirt, è in grado di simulare il calore e le sensazioni di un abbraccio. Bello? Inquietante? limitiamoci per ora ad un: particolare. In ogni caso si tratta di esempi in grado di andare oltre le spietate regole del commercio fine a se stesso e per questo ancora viste come fenomeni di nicchia.
La sfida degli e-textiles è chiara: diventare uno standard, sorpassare la visione del capo tradizionale come simbolo puramente estetico e rendere i capi intelligenti appetibili e competitivi anche dal punto di vista economico. A parità di prezzo e accessibilità la scelta ricadrebbe sempre sul prodotto intelligente, pertanto le partnership con le case di moda rappresentano il trait-d’union che pian piano favorirebbe questo processo di standardizzazione.
Ora, forse uscire di casa con un prodotto su misura realizzato con una spruzzata fresca fresca di fabrican non è il massimo dell’ appetibilità, ma magari leggere il nome del materiale sull’etichetta di un prodotto appeso su una boutique di moda farebbe tutt’altro effetto, non credi? Il futuro, in fondo, è tutto da scrivere.
O da spruzzare.
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_Damiano Cancedda