In occasione della campagna Energica promossa da Eicom, ecco alcune tra le scienziate che hanno lasciato il segno nella storia della ricerca, dalla medicina all’ingegneria
La presenza femminile nella storia della scienza risale agli albori della scienza stessa. Il coinvolgimento delle donne, infatti, si verificò già nelle prime civiltà occidentali come, per esempio, nell’antica Grecia dove gli studi riguardanti la Filosofia della Natura erano accessibili anche alle cittadine. Le donne diedero il loro apporto a proto-scienze come come l’alchimia, un complesso di conoscenze pratiche, filosofiche ed esoteriche sviluppatosi nel mondo arabo. Durante il Medioevo i conventi religiosi diventarono un importante centro per l’educazione femminile tanto che alcune di queste comunità offrirono la possibilità alle donne di contribuire nella ricerca accademica, sembrerebbe perfino che la predisposizione verso l’educazione femminile nei campi medici fosse stata più liberale in Italia che in altri luoghi. La botanica fu la scienza che beneficiò maggiormente dal contributo femminile sin dai primi anni del 1400, fu infatti la scienza a cui le donne ebbero maggior accesso poiché ritenuta adatta solo al gentil genere.
Ecco sei delle donne più importanti nella storia della scienza e della ricerca internazionale.
Marie Curie (1867-1934)
Nella Polonia russa le donne non potevano essere ammesse agli studi superiori. Marie Curie, dunque, si trasferì a Parigi per studiare alla Sorbona dove conseguì una laurea in fisica e matematica. I suoi studi sulle sostanze radioattive la portarono a scoprire il radio ed il polonio per cui vinse il Premio Nobel nel 1903 assieme al marito Pierre Curie, anche lui fisico e matematico. LaCurie diventò capo del laboratorio di fisica nei primi anni del 1900, quando ancora le donne non insegnavano scienza nelle università europee e morì a metà degli anni ’30 a causa delle radiazioni di cui negò sempre la pericolosità.
Rita Levi-Montalcini (1909-2012)
L’unica donna italiana ad aver vinto un Premio Nobel per la medicina, furante la sua specializzazione in Psichiatria e Neurologia all’Università di Torino è stata costretta a scappare in Belgio a causa delle leggi razziali del 1938. Continuò i suoi studi all’Università di Bruxelles per poi tornare in Italia. Finita la guerra, si trasferì negli Stati Uniti e qui, nel 1954, scoprì il Nerve Grow Factor, una proteina coinvolta nel sistema nervoso. Le sue ricerche contribuirono al miglioramento delle neuroscienze che hanno per oggetto il cervello umano. Nel 1998 Rita Levi-Montalcini fondò la sezione italiana dell’organizzazione ambientalista Green Cross International.
Rosalind Franklin (1920-1958)
La britannica Rosalind Franklin conseguì un dottorato in chimica fisica all’Università di Cambridge nel 1945 e diede un contributo rilevante alla biologia molecolare, fornendo le prove sperimentali della struttura del DNA. L’esperienza acquisita le permise di realizzare un particolare dispositivo per scattare fotografie ad alta definizione di singoli filamenti di DNA e di ottenerne una serie di immagini per diffrazione dei raggi X, tecniche che giocarono un importante ruolo nella sua ricerca. I risultati dei suoi esperimenti vennero negati per oltre due decenni fino a quando, finalmente, il mondo ufficiale della ricerca ne confermò la validità.
Vera Rubin (1928-2016)
Pioniera nello studio della rotazione delle galassie, Vera Rubin è stata un’astronoma statunitense i cui studi portarono alla scoperta della materia oscura, ovvero la componente invisibile dell’universo che non riflette la luce.
Per il suo lavoro, Rubin ha ricevuto diversi riconoscimenti ed è stata la seconda donna a ricevere la medaglia d’oro della Royal Astronomical Society.
Nel corso della sua carriera ha incoraggiato le giovani ragazze ad entrare nel campo dell’astronomia e ha fatto parte del comitato dell’American Women in Science per promuovere le donne nel campo dell’Astronomia.
Sau Lan Wu (1940)
Nata ad Hong Kong durante la prima guerra mondiale, Sau Lan Wu è cresciuta in povertà ma la sua ambizione, unita alla voglia di essere economicamente indipendente, le permise di frequentare il college, facendo domanda a più di 50 università statunitensi. Graduatasi con lode, perseguì i suoi studi in fisica ma trovò non pochi ostacoli: Princeton accettava solo le mogli dei ricercatori e la Caltech la rifiutò perché sprovvista di dormitori femminili. Infine, riuscì ad entrare nel programma di dottorato di Harvard. San Lau Wu ha scoperto un quarto tipo di quark (particella elementare costituente fondamentale della materia) ed il gluone, una particella che lega i quark. Ha fatto parte del team del CERN che identificò il bosone di Higgs.
Tiera Guinn Fletcher (1995)
Grazie ad un programma scolastico, Tiera Guinn Fletcher si è innamorata dell’ingegneria aerospaziale all’età di 11 anni. Questa passione l’ha portata a laurearsi al Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove aiutò la NASA a realizzare un prototipo di razzo per Marte.
“Non arrenderti mai, e non lasciare mai nulla di intentato per arrivare a quello che desideri, così non avrai rimpianti” la incoraggiava suo padre ed i suoi insegnamenti l’hanno aiutata a raggiungere traguardi importanti. A soli 24 anni, Tiera lavora alla realizzazione dello Space Lauch System seguendo il processo di manifattura assicurandosi che i tecnici mettano ogni cosa al loro posto.
L’elenco non finisce qui ed il fatto che ci siano da include molte altre donne votate alla scienza testimonia quanto sia stato importante e continui ad essere il contributo femminile nel campo della scienza.
Storie di innovazione, ambiente, energia, sostenibilità… e molto altro ancora!
Segui il nostro blog per non perderti le novità!
_ di Marianna Benetti