Dal turismo di lusso al grande pubblico, l’ascesa delle navi da crociera sta lasciando strascichi sull’ambiente
Un passatempo di lusso per pochi: questo erano le navi da crociera tanti anni fa, una risorsa turistica progettata per concedere alle élite lunghi spostamenti nel segno della comodità e del benessere. Unendo necessità e diletto l’alta società amava disporre di un mezzo agile e slanciato per solcare i mari e raggiungere le mete più ambite. Con l’avvento dei voli transatlantici la situazione cambiò e l’industria delle navi da crociera dovette cambiare drasticamente la propria offerta, dirigendosi nei territori della sovrabbondanza e dell’accessibile a tutti i costi. Una svolta economica che gli oceani stanno cominciando a pagare.
Ma quanto inquina una nave da crociera?
Un bellissimo documentario realizzato dal Guardian dal titolo altisonante ha messo subito le cose in chiaro: “Le navi da crociera sono una catastrofe per il pianeta”. Una presa di posizione forte da parte del quotidiano di Manchester che nel corso dei minuti del video riusciamo a comprendere in maniera sempre più evidente. La storia e i dati snocciolati delineano una storia di inquinamento senza precedenti e che non tende a diminuire nonostante i tentativi di adozione di sistemi sostenibili sempre più all’avanguardia. La sensazione che il cittadino medio ha nei confronti di una crociera è quella di uno svago ecologico, ingannato, forse, da una narrazione che fa leva sui nuovi impianti di alimentazione pensati per arrivare ad un fantomatico zero emissioni entro il 2050. La realtà è ben diversa. Il numero dei passeggeri nel 2023 ha superato ogni record: più navi da crociera in mare uguale più inquinamento. Navi da crociera sempre più strabilianti stabiliscono ogni anno record di dimensioni e performance, impattando in maniera spropositata sulle emissioni e sui rifiuti prodotti.
Un singolo passeggero di una nave da crociera mediamente emette un quantitativo di anidride carbonica quattro volte superiore a quelle di un viaggiatore per mezzo aereo.
Capitolo polveri sottili: una nave da crociera ne emette un quantitativo pari ad un milione di automobili in un singolo giorno. Nel 2018 le navi da crociera operanti in Europa sono state 218 e le loro emissioni totali di ossido di zolfo quattro volte superiori a tutte le auto in circolo nel continente. Dati a cui vanno sommati i danni degli sversamenti in mare di petrolio e liquidi chimici vari. Il 25% dei rifiuti presenti nell’oceano proviene dalle navi da crociera, plastiche e liquami vari compresi, pur rappresentando solo l’1% delle imbarcazioni commerciali del Pianeta.
Soluzioni semplici per limitare i danni
Oltre a questi dati il documentario del Guardian fa luce su tutta una serie di forme di inquinamento ritenute minori o meno impattanti ma comunque complici del degrado marino. Sebbene esistano soluzioni per ridurre l’impatto ambientale delle navi da crociera, le società in causa sembrano poco interessate a limitare i danni. Gli investimenti ci sono ma il caos regna riguardo alle priorità sulle forniture di combustibili rinnovabili e la necessità di infrastrutture elettriche su terra. Tuttavia, una semplice riduzione della velocità media potrebbe ridurre le emissioni del 24%.
Diverse città portuali si stanno ribellando a tutto ciò, limitando la loro disponibilità ad essere mete di passaggio e approdo. Venezia ha imposto un divieto nel 2021 che le ha permesso di allontanarsi dal podio delle città più inquinate d’Europa. Ora è al 41esimo posto. Le 3 città più inquinate ora sono Barcellona, Civitavecchia e il porto ateniese del Pireo.
Cos’altro si può fare? Il problema è complesso e i colossi galleggianti in mezzo all’oceano sempre più ingombranti e potenti.
Puoi vedere il documentario del Guardian cliccando qui
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_Damiano Cancedda